domenica 29 gennaio 2012

Rischio sismico: parliamone correttamente

E' apparso sul sito di Repubblica.it un articolo intitolato mappe_terremoto_da_rifare.
La scelta del titolo fa pensare che dopo i terremoti degli scorsi giorni i sismologi si siano accorti improvvisamente di essersi sbagliati, mentre invece i terremoti occorsi erano esattamente del tipo e dell'intensità noti e prevedibili per quella zona.
L'articolo fa poi parecchia confusione terminologica. Il rischio sismico è la combinazione della probabilità di avere un dato scuotimento in un periodo di tempo fissato (la pericolosità) con la capacità o meno che hanno gli edifici presenti di resistere (la vulnerabilità) e con la presenza di beni immobili o immateriali che possono essere perduti per il terremoto (l'esposizione)
Le carte a livello nazionale dell'INGV e le carte di microzonazione sono la base della pericolosità.
I rilievi sugli edifici sono i dati per la vulnerabilità. I dati Istat forniscono la base per la distribuzione della popolazione esposta al rischio.
Ci sono poi inesattezze sparse (conoscendo personalmente tutti gli intervistati ritengo che non abbiano detto quello che gli viene attribuito, ma si tratti di una eccessiva semplificazione giornalistica).

 "I dati disponibili arrivano da Ingv, Protezione Civile, Cnr, censimento Istat del 2001 e dalle compagnie di riassicurazione (che spesso non li diffondono). Ma faticano a integrarsi fra loro. E anche se indagini ad hoc sono state commissionate per quanto riguarda scuole e ospedali, le informazioni restano frammentarie per infrastrutture come ponti, reti elettriche e industrie. "
Le indagini sulle scuole sono state fatte dopo il terremoto di San Giuliano, e non sono solo state commissionate ma anche completate. Vale lo stesso per gli ospedali. L'articolista non cita il fatto che nella legge per la ricostruzione post-Abruzzo è previsto un miliardo di euro per studi di microzonazione, messa in sicurezza degi edifici pubblici e sono previsti fondi anche per i privati in tutta Italia. Il progetto è iniziato l'anno scorso e terminerà nel 2016.
Non mi risulta che le compagnie di riassicurazione abbiano dati alternativi. Quando ho assicurato contro il terremoto la casa dove abito a Potenza, ho potuto constatare che le assicurazioni usano dati abbasstanza poveri, basati più sul valore commerciale che sulla vulnerabilità del singolo edificio.
Le grandi compagnie sono lo sponsor principale di un progetto mondiale per la riduzione del rischio sismico (global earthquake model) i cui progressi sono pubblici.

"Integrando le mappe di pericolosità sismica con i dati sulla natura del terreno, densità della popolazione e caratteristiche degli edifici prese dai censimenti, si ottengono le carte di vulnerabilità"
Queste sono appunto le carte di rischio.

"Per completare l'analisi, si scaverà un pozzo di circa 30 metri misurando la velocità di propagazione delle onde sismiche nel sottosuolo"
L'esecuzione di un foro di sondaggio (e non di un pozzo) a 30 metri è previsto dalle Norme Tecniche sulle Costruzioni quando si progetta un nuovo edificio. Le carte di microzonazione si basano prevalentemente sul rilievo geologico e su tecniche geoficiche di superficie molto meno invasive. I sondaggi (che non hanno profondità prefissata) sono necessari solo in aree dove si ritengano indispensabili approfondimenti di livello avanzato.

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