martedì 5 febbraio 2013

Conviene scappare da un terremoto?

In questi giorni si sente ripetere spesso che non c'è nulla di più salvifico durante un terremoto che lasciare le case e rifugiarsi all'aperto, mentre chi parla di sicurezza degi edifici compie "un mero esercizio di stile" (cfr. sentenza CGR/L'Aquila) o si sente dire che "è inutile sognare e fare aria fritta sulla friabile edilizia italiana".
Chi ripete questo mantra temo non abbia visto gli effetti veri di un terremoto, e si è fatto convincere che tutte le vittime si abbiano solo e soltanto all'interno di edifici crollati. Basterebbe quindi prevedere il terremoto (come no, facilissimo) e dire a tutti di uscire di casa.
Peccato che prima di crollare un edificio possa subire distacchi parziali di tamponature, cornicioni, tegole, comignoli ed altre parti che cadono da grande altezza. Basta essere colpiti da solo uno di questi detriti per rischiare seriamente di morire.
Nel 2011 la città di Lorca in Spagna è stata colpita da un terremoto di magnitudo 5.1, preceduto un'ora e mezza prima da un 4.5. Dopo la prima scossa le persone sono uscite all'aperto, e sono state sorprese dalla seconda scossa mentre erano in strada. Le foto seguenti sono prese dal sito di El Pais e fanno tragicamente vedere cosa è successo a 7 delle 8 vittime del terremoto di Lorca: uccise da detriti di parti non strutturali degli edifici rimasti in piedi. Se fossero rimaste all'interno si sarebbero salvate.
In questo caso il terremoto si è "previsto" da solo, annunciandosi con un forte foreshock, le persone sono uscite di casa come vorrebbero coloro che ritengono gli investimenti in sicurezza antisismica inutili o addirittura impossibili, eppure sono morte.



Il numero di vittime che si trovavano all'aperto o stavano uscendo da edifici è alto anche per altri terremoti: a Christchurch nel febbraio 2011 circa un quarto delle vittime sono state causate da crolli parziali. Io stesso ho parlato con un sopravvissuto che ha visto un suo collega precederlo verso l'uscita di un fabbricato in mattoni e rimanere schiacciato dal crollo della facciata, mentre lui è rimasto all'interno ed ha riportato solo una frattura ad un braccio.
Purtroppo, se un edificio è destinato a crollare, difficilmente ci si può portare in salvo scappando. La fase di forte moto del suolo che causa i maggiori danni per un tipico terremoto italiano dura da 5 a 10 secondi. Se si avverte il moto dall'inizio si possono avere a disposizione altri 5 secondi. In 15 secondi, se ci si trova all'interno di un edificio anche ad un piano basso difficilmente si riesce a portarsi all'aperto in un luogo sicuro, lontano da tutti i possibili crolli, considerando anche le difficoltà di deambulazione che un terremoto può causare.
A tutti coloro che pensano che vorrebbero essere avvisati per uscire dalle proprie case prima di un terremoto pongo la seguente domanda: se vi dicono che domani cadranno 2 metri di neve, cosa fate? decidete di uscire ed aspettare all'aperto gli effetti della nevicata? La risposta è ovviamente no, perchè vi sentite più sicuri e protetti in casa. Ma cosa sapete di quanto è sicuro il tetto rispetto al peso della neve che cadrà? Probabilmente nulla, ed ignorate che il carico da neve viene tenuto in conto dal progettista secondo tabelle che riportano una macrozonazione del territorio italiano, la quota dell'edificio ed il tempo di ritorno degli eventi nevosi estremi. Insomma, proprio come per il carico da sisma. Ma allora, se ci fidiamo di chi ha progettato e costruito il tetto  per resistere alla neve, perchè non ci dobbiamo fidare di chi progetta gli edifici per resistere al terremoto?
Certo, ogni tanto qualche tetto cede per la neve così come le case possono non resistere al terremoto, ma non sarebbe meglio investire in sicurezza per le case più vulnerabili anzichè pensare che scappare sia la soluzione migliore? E se non si investe per rendere sicure scuole, ospedali e luoghi di lavoro, cosa aspetterebbe le persone dell'area colpita dopo che il terremoto avrà danneggiato tutte quelle strutture? Assenza di servizi essenziali, disoccupazione, stress post traumatico,  abitazioni provvisorie: tutto questo non può essere evitato dalla previsione.
Insisto che per me tutti i cittadini hanno diritto di vivere in case sicure, avere scuole ed ospedali disponibili ed efficienti, luoghi di lavoro aperti e produttivi, e non ambire invece ad essere profughi sopravissuti grazie ad una improbabile previsione.



1 commento:

  1. Se mi è consentito proporre qualche altro argomento di discussione:
    1) elementi diagonali:infatti dentro un edificio è difficile pensare di essere subito prossimi alla porta, magari ci si trova al primo piano ed a scendere le scale senza equilibrio (scosse dal sesto grado provocano non poche vertigini) non solo rischiano di far cadere il malcapitato, ma anche di portarlo sugli elementi diagonali, le scale per l'appunto, i primi a lesionarsi...

    2) due tipologie di costruzioni: alta duttilità e bassa duttilità. prendiamo lo spettro sismico della struttura. Se l'edificio è di alta duttilità ha oscillazioni di 1-2 secondi. Se bassa duttilità ha periodi di oscillazione di 0.2-0.5 max 1 secondo.
    Dopo quante oscillazioni un edificio mal progettato è destinato al crollo per un evento sismico?
    1 oscillazione...2 oscillazioni della struttura?
    E' estremamente evidente che il tempo necessario per fuggire è scarso in entrambi i casi, alta duttilità o bassa duttilità, specie se la/le porte dell'edificio sono chiuse e per le oscillazioni ci si trova spaesati. In effetti bisogna considerare nel migliore dei casi anche 1-2 secondi di spaesamento del cervello umano a causa delle scosse. La reazione al sisma non è mai immediata.

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