lunedì 10 giugno 2013

Il prossimo terremoto forte in Italia e la Confederation Cup

Recentemente il Capo Dipartimento della Protezione Civile ha richiamato l'attenzione sul fatto che potrebbe essere imminente un evento sismico catastrofico in Italia (tipo Friuli o Irpinia, per richiamare i più recenti).
Ci sono state reazioni scomposte, da chi ha gridato all'inutile allarmismo a chi si meraviglia visto che si ripete sempre che i terremoti non si possono prevedere.
Non si tratta però di previsione (luogo, data e magnitudo precisi) quanto di una stima molto ragionevole.
In Italia ci sono stati tra il 1100 ed oggi 59 terremoti catastrofici (con magnitudo maggiore o uguale a 6.3). La loro distribuzione nel tempo è quella della figura qui sotto.

Il conto della serva ci dà una media di un terremoto ogni 900/59=15,25 anni. Ora, il terremoto dell'Irpinia nel 1980 è stato l'ultimo di questa classe di eventi, ormai 33 anni fa. Sono quindi passati più del doppio della media degli anni da quel terremoto, e già questo sarebbe preoccupante.
Le cose diventano ancora più serie se guardiamo come sono distribuiti gli anni trascorsi tra due terremoti catastrofici, dando un'occhiata al grafico sottostante.

Se guardiamo quante volte ci sono stati intervalli più corti di 33 anni scopriamo che sono stati il 90%. Dovremmo essere molto fortunati per sperare che terremoti così forti ritardino ancora molto.
Tra l'altro, 6 di questi 7 "ritardatari" sono avvenuti prima del 1600 e non possiamo escludere di esserci persi le informazioni su qualche terremoto storico. Se guardiamo i casi dopo il 1600 c'è solo un intervallo più lugo dell'attuale, i 38 anni tra il terremoto dell'Irpina del 1930 ed il terremoto del Belice del 1968. Quindi siamo vicini al periodo più lungo senza terremoti catastrofici da quando la memoria storica e completamente affidabile.
E circa le voci che girano su un forte terremoto al Sud entro due anni? (in realtà la voce è uscita l'anno scorso e quindi sarebbe rimasto solo un anno).
Vogliamo accettare la scommessa? Ragioniamo come un bookmaker. Qual'è la possibilità che per puro caso ci sia un forte terremoto al Sud nei prossimi due anni? Definiamo terremoti forti quelli con magnitudo superiore a 5.5, ovvero quelli con elevata probabilità di fare danni e feriti. Di questi eventi ce ne sono stati tra il 1000 ed il 2012 ben 250, quindi circa uno ogni 4 anni. La probabilità che ne venga uno in due anni la possiamo assumere attorno al 50%. E dove avverrà? Al Nord o al Sud?
Il grafico qui sotto ci fa vedere la distribuzione di questi terremoti forti in funzione della latitudine.

Dividendo brutalmente l'Italia in due metà quasi uguali a Nord e a Sud del 43°parallelo, si vede che al Sud sono capitati il 60% dei terremoti forti.
La probabilità che al Sud capiti un terremoto forte in due anni qualsiasi (inlcusi quindi i prossimi due) è pari al 60% del 50%, ovvero al 30%.
Non è una probabilità bassa per scommettere.
Un bookmaker darebbe una quota 3/1. Per la prossima Confederation Cup il Brasile è dato  1,4/1  la Spagna 1,75/1, l'Italia 7/1 e L'Uruguay 10/1.
Insomma c'è più del doppio delle probabilità che venga un forte terremoto al Sud nei prossimi due anni rispetto alla vincita dell'Italia in Brasile. Nessuno è tifoso, vero?

85 commenti:

  1. Non sono nè tifoso nè gioco al lotto, ma se giocassi non giocherei i ritardatari.

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  2. Mah..che si sia dimenticato del sisma dell’Aquila (Mw 6.3 del 6/4/2009)? O del seppur più debole M5.9 dell’Emilia??

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    1. Entrambi rientrano nei conteggi dei terremoti forti, ma non sono stati terremoti catastrofici come quelli di Friuli o Irpinia, o prima ancora Avezzano o Messina. E' di questa classe di terremoti che parla nella prima parte.
      In termini di intensità macrosismica epicentrale, quella dalla quale deriviamo la magnitudo dei terremoti storici, si tratta di un VIII e di un VII grado MCS, non di un IX o X grado come gli altri 59 terremoti catastrofici.

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  3. Scusi ma il terremoto catastrofico che stiamo aspettando potrebbe essere tranquillamente anche questo dell'Emilia se fosse capitato in una zona appenninica dove al posto di centri "moderni" (a parte qualche campanile o altri edifici storici) abbiamo case in pietra che di antisismico hanno ben poco. Quindi non saprei...

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    1. Purtroppo no, stiamo parlando di terremoti molto più energetici di quello dell'Emilia.

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  4. Non voglio essere pignolo e dichiaro la mia ignoranza preventivamente, ma non capisco perché passiamo dallo studio della statistica dei terremoti con M>6.3 alla probabilità che si verifichi un terremoto con M>5.5. A parte questo, a occhio direi che, guardando la funzione di distribuzione cumulata dei terremoti con M>6.3, c'è un 50% di probabilità che si verifichi un terremoto dopo i 50 anni, DATO CHE ne sono già passati 33. Insomma, stiamo valutando una probabilità condizionata e la distribuzione sembra appiattirsi molto. Poi, per carità, se i dati sono di prima del 1600 forse non sono granché affidabili. Questo è uno di quei casi in cui spero tanto di avere ragione! :D
    Post molto interessante comunque!

    Tommaso

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    1. Occhio e croce hai perfettamente ragione: mi sembra che l'analisi statistica fatta in questo post mostri parecchie falle. E poi le proprietà statistiche delle variabili aleatorie hanno bisogno di grandi numeri per "manifestarsi" e questi grandi numeri (numero di eventi) non ci sono. Inoltre l'Aquila è magnitudo 6.3 ed è del 2009.
      Si trattasse di un'analisi applicata alla roulette di un casinò, mi limiterei ad un sorriso, ma trattandosi di questioni di una delicatezza estrema, resto molto perplesso.

      Simone
      (ricercatore INGV)

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    2. Sorprende che questo commento venga da un ricercatore.
      1) La magnitudo dell'Aquila è 5.9 nella scala uniforme con i dati storici e l'intensità epicentrale è VIII EMS (vedi il lavoro di Tertulliani et al dell'INGV). Non è quindi un terremoto della stessa classe energetica dell'Irpinia o del Friuli
      2) Ha idea di su quale numero di terremoti per zona sismogenica Z9 si basano le stime dell'INGV riassunte nella carta di pericolosità MPS04? La pericolosità ufficale dell'Italia in molte aree si basa su di un numero di scosse per zona indipendente che è meno di un decimo delle 250 che io cito nel post. Che conclusione ne trarrebbe? Un sorriso anche in questo caso? [ulteriori commenti per i tecnici: M Mucciarelli, D Albarello (2'12) Comment on “Seismic Hazard Assessment (2003–2009) for the Italian Building Code”, Bulletin of the Seismological Society of America 102 (6), 2789-2792]

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    3. La pregherei di non pensare che io, in quanto ricercatore INGV, debba difendere a priori i lavori dei miei colleghi. Li cito o li critico in relazione alla mia valutazione della qualità del lavoro e comunque non mi occupo di pericolosità. Tantomeno credo che un'analisi sia legittima perchè ne esistono altre peggiori, qualora anche dimostrato. La mia firma "INGV" è solo per trasparenza e non per corporativismo. Lavorassi all'ISTAT scriverei le stesse cose.
      La questione è che lei, in un blog che ha per sua natura intenti divulgativi, basa il ragionamento su una premessa debole, che lei stesso definisce "conto della serva". Ma da quella premessa parte la rappresentazione di una situazione "preoccupante".
      La preoccupazione, però, non è né la sua, né la mia: è quella di chi vive in zone ad alto rischio sismico. Preoccupazione che può aumentare molto, leggendo questo post.
      Mi è capitato di leggere un libro molto interessante, probabilmente già noto, intitolato "La passeggiata dell'ubriaco", di Leonard Mlodinow: il ruolo che il caos (e la statistica) gioca nelle nostre vite e nelle fallaci conclusioni cui può giungere un'analisi statistica errata. Forse non a caso, questo libro era citato a valle di un'ecellente "review" che un giurista fa della sentenza sul processo a L'Aquila per la Commissione Grandi Rischi. Per chi vuole, il link è qui di seguito
      http://www.diritto24.ilsole24ore.com/penale/primiPiani/2013/01/responsabilita-degli-esperti-per-il-terremoto-di-laquila-un-primo-commento-alla-sentenza-.html

      Insomma, da comune lettore e non da geofisico, resto perplesso sulla qualità di questa analisi. Nessun sorriso (non c'era neanche prima: il sorriso ci sarebbe stato se si fosse parlato di roulette).

      "La magnitudo de L'Aquila è 5.9" in un lavoro. In altri è 6.1, in altri è 6.2 ed in altri è 6.3. E' una stima e non una misura; lei sa meglio di me che a seconda dei dati usati può variare; il fatto è che quel numero ballerino contribuisce a dimostrare una tesi importante. Inoltre di "classe energetica", sulla quale probabilmente ha ragione, lei parla solo a valle delle osservazioni che le vengono fatte nei commenti e non nel post.

      Comunque la ringrazio per la replica e la "chiacchierata".

      Simone

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    4. Io risiedo a Potenza dal 1998, e quindi penso di avere ben presente cosa vuol dire vivere in una zona ad elvato rischio sismico.

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    5. Possibile che colpisca la zona del Pollino (CS) dato l'innumerevoli picole scosse rigistrate da un paio di mesi... io sono delle marche, e tempo fa il mio professore di geologia disse che a breve era probabile che si verificasse un altro evento simile a quello del settembre del '97, il sisma che colpi l'umbria e le marche

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    6. Direi che è possibile che si verifichi lì tanto quanto che in altre zone, questo non lo si può calcolare.

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  5. Certo, potremmo essere molto fortunati e sperare di vivere nel periodo in cui sono passati 105 anni tra due scosse, ma era prima del XV secolo, e non siamo sicuri di esserci persi qualcosa.
    Ovviamente tutti ci auguriamo di avere ancora anni davanti prima dell'evento, ma non li possiamo spendere in una fatalistica accettazione: prima ci attiviamo a ridurre il rischio e meglio sarà.

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  6. Tutto molto chiaro, mi piace la sua trattazione; un po' meno le conclusioni da trarre dai dati!

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  7. Non è certo perdendo tempo a discutere dell'attendibilità di calcoli che, come dice d'altra parte l'autore, sono meramente statistici che daremo un contributo alla risoluzione del problema. Ancora peggio, se lasciamo passare l'idea che tanto un terremoto non si può prevedere (data, luogo e magnitudo) e non si possono certo allertare migliaia di cittadini un giorno si e l'altro pure al primo accenno di scosse allora si che continueremo a vedere riunioni farlocche della commissione grandi rischi e nulla, ribadisco nulla di concreto in termini di messa in sicurezza degli edifici più a rischio nelle zone più vulnerabili. Da qualche secolo a questa parte anzichè sperperare soldi al vento quante situazioni, poco per volta, anno dopo anno, si sarebbero sanate? USA e Giappone sono forse su Marte? Scusate lo sfogo ma sono geologo e quando sento parlare di condanna alla scienza in occasione del recente processo ai dirigenti della commissione grandi rischi (io direi piuttosto grandi porcate) mi si rizzano i peli. L'Italia è o no zona sismica? E questo significa solo una cosa: che, non sarà quest'anno, non sarà il prossimo, non sarà entro i prossimi dieci anni ma SICURAMENTE un terremoto distruttivo arriverà. E allora saremo ancora quì a leccarci le ferite e a sentire le solite chiacchiere al vento.

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    1. er non leccarci le ferite, quando dovremmo far evacuaare i romani e per quanto tempo?
      Se lasciamo passare l'idea che i terremoti si possono prevedere, allora la scienza è morta con questo post.
      Saluti

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    2. ti vorrei porre una domanda: secondo te è compito della grandi rischi fare qualcosa "di concreto in termini di messa in sicurezza degli edifici più a rischio nelle zone più vulnerabili"?

      non sparare a zero su situazioni che evidentemente conosci poco.

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  8. Ehm, mi permetta di dubitarne.
    Laurea in Fisica e Prof. di sismologia: mi vengono i brividi.

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    1. Ammetto che non ho capito il senso del commento.
      Dubita dei risultati?
      Dubita che sia laureato?
      Trema al pensiero che mi abbiano dato la laurea quando potevo fare più utilmente il boscaiolo?
      E' per via dell'inverno del nostro scontento? (un posto dove brividi e scontentezza stanno assieme).

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    2. No, dubito del terremoto a Roma.
      Che sia laureato, no ci mancherebbe.
      Tremo al pensiero dell'allarmismo che inutilmente crea.
      Però se lei è così sicuro delle sue ricerche, ed è consapevole della sua competenza, non dovrebbe perder tempo a parlarne con me, non trova?
      Chi è che dubita di chi, dunque?

      Con simpatia, nessun astio da parte mia, è solo una misera opinione.

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    3. Guardi, io passo molti fine settimana all'anno per cercare di raggiungere migliaia di persone, e non la vedo come una perdita di tempo.
      Quanto all'allarmismo, legga il post seguente, ho già risposto lì: http://tersiscio.blogspot.it/2013/06/allarmismo-o-prevenzione.html

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    4. Per il terremoto a Roma chiedo scusa, lo avevo letto in alcune testate che riprendevano il suo articolo, mi accorgo che lei effettivamente non ne fa menzione.
      Malinteso dovuto al pessimo giornalismo italiano, e alla mia emotività lo ammetto.
      Però al di là del luogo, io penso sia ancora allarmismo.
      Ho vissuto alla pendici dell'Etna per 25 anni, e anche se non si tratta di tettonica, purtroppo so bene cosa vuol dire temere i terremoti perchè lì sono all'ordine del giorno.
      Quanto alla prevenzione, l'unico modo per attuarla è evacuare e realizzare strutture antisismiche.
      Sa bene che rendere antisisimica tutta una zona è impossibile, quindi ci vedo tanta malafede e altrettanta voglia di far parlare di se.
      Siccome non metto in dubbio i suoi studi e la sua preparazione, le chiedo, lapidariamente:
      Si posson prevedere i terremoti?
      (Lasciando il fatto che potrei dire "Nel futuro prossimo terremoto in Giappone" e capirà, fin troppo facile!)

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    5. E chi lo dice che è impossibile rendere antisismica una zona?
      Ha una idea di quali sono i costi reali, o delle nuove tecnologie disponibili dai rinforzi in fibra di carbonio all'isolamento antisismico?
      Non sa che è più conveniente per la speculazione consumare nuovi terreni ed espandere le città in modo insostenibile piuttosto che riadattare l'esistente?
      Lo sa che esiste un piano nazionale che finanzia la ristruttutazione degli edifici pubblici e privati?
      Basta coi luoghi comuni per favore.
      Inoltre, io non voglio far parlare di me, voglio far parlare del terremoto. Mia nonna si sarebbe fatta srappare la lingua piuttosto che pronunciare la parola "tumore", ora parliamo di tumori, come prevenirli e come curarli. Solo parlando di un argomento alla luce del sole lo si toglie dalla categoria del magico ed inevitabile. Finchè sarà un evento magico/divino il terremoto necessiterà dei suoi aruspici, ovvero i previsori che cercano di coglierne i segni premonitori.
      Prevedere i terremoti è inutile. La prevenzione è l'unica cura (risposta più dettagliata a questo indirizzo: http://tersiscio.blogspot.it/2013/06/dubbi-dallemilia-un-anno-dopo-il.html

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    6. Quando avverrà e dove, il terremoto?
      Quanto tempo ci vorrebbe per rendere un tot di città completamente antisisimiche?
      Tutti i Cittadini, nonostante il finanziamento ne avrebbero le possibilità economiche?
      Parliamo delle casette antisismiche de l'aquila, che poi antisismiche non lo erano affatto e i poveri terremotati le hanno dovute lasciare?
      D'accordo sull'edilizia antisismica, altrettanto sul bonificare quelle già esistenti.
      Ma poi queste previsioni che margini d'errore hanno, e conseguentemente quanto sono attendibili?
      Insisto, è malafede.

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    7. Una analisi come quella sopra io non la intendo come "previsione", impossibile ad oggi, ma come consapevolezza, presa di coscienza: ci dice che c'è un'alta probabilità che un terremoto catastrofico si avvicini sempre più, quindi è sempre più urgente adeguare, dove possibile (anche io temo che non tutti possano permettersi anche una minima spesa, ad esempio quelli che, oggi, non arrivano con lo stipendio a fine mese e non hanno un centesimo da parte; ma è anche vero che la voglia di informarsi e darsi da fare da parte dei più è pari a zero). Si può essere scettici sull'utilità della statistica, ma i calcoli questo dicono, che piaccia o no, e i sismologi li usano per fare delle stime in termini di probabilità. Ripeto, si può ritenerlo inutile (io, da ignorante in materia, non so farmi un'idea sull'attendibilità/utilità, ma tra le due tendo a fidarmi di chi ha esperienza e studia i terremoti da una vita, quindi con altissima professionalità), ma non allarmistico. A meno che non diamo un senso positivo e costruttivo all'allarme (per la serie: sveglia!).
      Infine, è inutile chiedersi dove sarà il prossimo terremoto ai fini di un adeguamento edilizio mirato, selettivo (come sembra suggerire il tuo commento - mi scuso se ho interpretato male, ma i nessi logici dell'intervento fanno capire questo): siccome in Emilia ora il terremoto c'è stato, chi vive nelle zone colpite può da questo momento fregarsene, costruendo male e lasciando ai posteri il problema di un patrimonio edilizio inadeguato? Possiamo giustificare coloro che costruirono nel medioevo e ci hanno lasciato edifici non sicuri, dove ancora oggi viviamo/preghiamo/svolgiamo la vita pubblica, e che necessitano di essere messi in sicurezza, ma oggi non ci sono giustificazioni per continuare a dotare l'Italia di costruzioni fatte male.

      [Sono la Daniela di sopra, non si possono modificare i commenti e ho dovuto cancellarlo e ripostarne uno nuovo]

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    8. Io mi fido dei dati e dei margini d'errore.
      Qui si gioca a fare l'indovino, e snocciolando dati incompletissimi si vuole avere ragione.

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    9. 69 terremoti in meno di 900 anni sono un dato. Visto che la vuole buttare sul tecnico, dovrebbe sapere che per una distribuzione di Poissonian la dispersione (deviazione standard) è uguale alla media, l'unico parametro libero, Inoltre l'eventuale incompletezza de cataloghi ha un effetto asimmetrico, potendo solo peggiorare e non milgliorare la pericolosit

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    10. Per la parte tecnica ti ha risposto Mucciarelli come io non avrei potuto fare. Io, da comune cittadina, posso invece dirti che non vivo come un torto questi richiami alla responsabilità. L'indicazione è troppo ampia e vaga per essere intesa come una previsione da indovino e semmai, come dice l'autore del post, è più simile a una scommessa. Ci sta dicendo che i numeri (ovvero i dati storici, cosa che avevo capito persino io) fanno pensare, fanno preoccupare... Nel dubbio (forte) sarebbe meglio correre finalmente ai ripari (cosa comunque utile e necessaria, visto che in ogni caso, prima o poi...). Ho reagito con più perplessità sulla opportunità della divulgazione dei risultati degli algoritmi, l'anno scorso, perchè mi pare già una cosa diversa. Questo è un semplice "conto della serva", come a dire una cosa più spicciola, pragmatica e concreta. Fatti due conti, c'è qualcosa che non torna. Magari ci si sbaglia, magari no: allora è meglio essere prudenti e previdenti o aspettare di vedere il risultato a fatti accaduti?

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  9. Quando lei parla di terremoti >5.5M si riferisce alle singole scosse o agli eventi principali? Ad esempio in Emilia nel maggio 2012 ci sono state due scosse >5.5M: ne ha conteggiate due o una sola?

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    1. Agli eventi principali, dato che il catalogo CPTI11 non considera le scosse secondarie (per i tecnici, è un catalogo de-clusterizzato)

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    2. Scusi la mia ignoranza in materia, ma le due scosse io le ho sempre viste come due eventi a sè.
      Nel senso che è sì vero che un a è arrivata prima ed una dopo ma è anche vero che erano quasi uguali...
      Visto il poco che che conosco dei terremoti, chi ci assicura che fossero una un assestamento e l'altra una scossa principale? Anche perchè in fondo erano già diversi mesi che c'erano scosse, mi chiedo se il terremoto non debba essere guardato nel suo contesto complessivo. Quindi la prima scossa dovrebbe essere considerata la prima dello sciame (qualche mese prima)e le due scosse >5.5M come altri terremoti.
      Scusate ancora la mia ignoranza in materia.

      E comunque tornando al discorso terremoto > 6.3M. Dici che ci saranno avvisaglie prima? Come uno sciame simico?
      O ci dobbiamo aspettare un' unica "botta" improvvisa? Visto che ci sono dati alla mano, sarebbe possibile stabilire come nei 59 casi precedenti sono srrivati gli eventi, così magari da prestare una maggiore attenzione. Poi già che ci siamo, una curiosità, saprebbe dirmi qual'e stato lo sciame sismico più lungo d'Italia
      di cui si abbia memoria..?


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    3. 1) Oggi le vediamo come due scosse con due quadri di danneggiamento distinti, ma se fossero capitate secoli fa avremmo avuto una descrizione di effetti cumulati e quindi una intensità maggiore ed indistinguibile
      2) I terremoti preceduti da "avvisaglie" sono purtroppo una minoranza e spesso si tratta di eventi così flebili che vengono riconosciute come tali solo dopo
      3) Lo sciame più lungo di eventi catastrofici è stato quello del 1783 in Calabria con 5 scosse di magnitudo tra 6 e 7 in pochi mesi.

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  10. Mi chiedo perche non nazionalizziamo le banche, evitiamo di spendere il 90% dei soldi delle tasse per ripagare il debito pubblico e li spendiamo invece per installare una rete fissa di radon-detector in prossimita` delle faglie sismogenetiche che possa darci un qualche segnale magari prima del terremoto….
    Giuliani, teoricamente, era nel giusto quando diceva che un terremoto sarebbe avvenuto prima dell’Aquila 2009. In Cina si sono salvate decine di migliaia di persone dopo l’evaquazione di citta` in risposta ad anomalie di radon molto elevate. Le faglie attive sono permeabili ai gas…! Su questa base sono d’accordo con Ernest quando parla di Commissione Grandi Porcate.
    Interesantissimo blog.

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    1. In realtà sarebbe meglio investire in edilizia antisismica. Ammesso che in futuro si possa prevedere il terremoto, poi non si eviterebbe il problema degli sfollati, delle infrastrutture e fabbriche distrutte, del degrado del tessuto sociale ed economico, e tutto andrebbe ricostruito in un momento in cui le persone avvertirebbero comunque un grave disagio.
      Tra l'altro, il Radon è studiato da tempo e non produce risultati apprezzabili. A volte si manifesta prima dell'evento, ma molto spesso lo fa dopo. Sono coautore di un articolo uscito nel 1995 (http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1029/95GL01785/abstract) dove raccontiamo del monitoraggio durato diversi anni delle esalazioni gassose delle Salse di Nirano, e solo in un caso su 3 il radon ha preceduto i terremoti, mentre in un caso si è avuto un aumento di radon dopo gli eventi ed in un caso non c'è stata nessuna variazione associata.
      Quando si nomina il caso di Haicheng (dove il terremoto M=7 arrivò al culmine di un crescendo durato mesi di terremoti M=4, 5 e 6) non bisogna dimenticare che l'anno dopo, sempre in Cina ci fu il più catastrofico terremoto del secolo con centinaia di migliaia di morti e nessun precursore aprezzabile.

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  11. Si e mai capito se questi terremoti hanno a che fare con i vulcani che abbiamo fuori e dentro acqua?

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    1. Attorno ai vulcani si hanno terremoti prima delle eruzioni, ma ovviamente un terremoto in Friuli o Emilia non ha nulla a che fare con i vulcani.

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  12. Intanto a Reggio Calabria si aprono buche e voragini profonde come nessuno ricorda. Sembra che le strade siano improvvisamente vuote sotto l'asfalto. Visto che lo Stretto é una regione che sprofonda, non potrebbero essere segni precursori di un forte terremoto?

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  13. Scusi vorrei sapere cosa può dirmi della mia zona Fivizzano provincia di MS già colpito nel 1920 da un terremoto catastrofico

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    1. Il senso del post non era prevedere terremoti in un posto specifico, nè è possibile farlo. Penso solo che se succede in Italia dovrebbe riguardare tutti.

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    2. Scusi mi sono spiegata male, il suo,pst l ho letto e lo trovo interessante! Volevo solo chiedete dato che si occupa di questi eventi cosa mi può dire sulla mia zona ... È' vero che si dice che tea un evento e l atro di magnitudi molto intesi c e un periodo di ritorno di circa 80 anni? Sono d'accordo con lei che riguarda tutti, e credo che lo stato dovrebbe dare incentivi per ristrutturare a adeguare edifici vecchi, perché purtroppo sono interventi molto costosi e nn tutti specie in questo periodo possono mettersi tali interventi....la ringrazio per l attenzione il suo log e' molto interessante!!!

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    3. E' pur vero che siamo ancora - per fortuna - lontani da magnitudo catastrofiche ma a quanto pare, Mammadonnafusa, il suo messaggio é stato premonitore.

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    4. E questo ha davvero dell'inquietante!

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    5. Ma quale inquietante??? Solo una coincidenza. Siate seri...

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  14. Buongiorno Mucciarelli, perdoni l'ignoranza, non riesco a capire bene il grafico "Teremoti M>5.5"
    la latitudine 35 e' il punto piu' a sud d'Italia, 48 quello piu' a nord. Il grafico a me sembra riportare che la maggioranza dei terremoti avviene al nord.
    Grazie per il chiarimento.

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  15. Di terremoti forse non me ne intendo moltissimo... ma di statistica fore un po' di più. In fisica I mi hanno insegnato che ad ogni stima va associato il suo errore. Per cui l'analisi che hai fatto non avrà alcun senso scientifico fino a quando non associerai un errore alle variabili che hai stimato (come la media).

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    1. La probabilità della probabilità?
      Io sarei piuttosto un soggettivista alla De Finetti piuttosto che un frequentista quando si parla di terremoti. Del resto abbiamo a che fare con un processo a singola realizzazione.

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    2. Dimenticavo, avendo a che fare con processi Poissoniani la media è l'unico parametro libero stimabile, dato che coincide con la sigma.

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    3. Si, la probabilità della probabilità.
      "L'asteroide X ha Y probabilità di entrare nel sistema solare, ed ha Z possibilità di colpire la terra".
      Toh, la probabilità della probabilità!

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    4. Cara Catilina,
      come diceva il mio professore di Fisica 1: tutti hanno il diritto di essere ignoranti, nessuno ha il diritto di esagerare. Quella di cui lei parla è la probabilità composta che per eventi indipendenti è data dal prodotto delle probabilià individuali. Qui si parlava della possibilità di definire un'errore associato ad una probabilità.
      In ogni caso, le trattazioni di questo blog sono volutamente divulgative. Se vuole discutere in termini scientifici, ho un profilo su ResearchGate

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    5. Dopo il terremoto che c'è stato oggi che dici a riguardo??

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  16. Ho appena letto l'articolo del prof. Mucciarelli. Certo le carte a disposizione su questo tipo di eventi sono tante e non dimentichiamo che la Puglia, in particolare il Promontorio del Gargano e le zone limitrofe sono state rase al suolo nel 1627 da un sisma molto importante; per non dimenticare il sisma che colpì Sicilia e Calabria nel 1910, il sisma che rase al suolo la città di Sulmona e la Calabria, in particolare il Pollino che desta molta preoccupazione. Certo a questi eventi non siamo preparati e continuiamo a costruire e non aver rispetto della Natura che prima o poi ci presenta il conto ed è sempre molto salato.
    Una cosa mi chiedo: si è detto tante volte che i terremoti non si possono prevedere, o meglio non si può stabilre data, ora, magnitudo e luogo esatto dell'evento, ma si potrebbe fare una grande prevenzione per evitare catastrofi e morti ingenti.

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  17. Buonasera Dott.Mucciarelli, ho letto il post e tutti commenti, ma io vorrei farle una domanda precisa.
    Premetto di non essere molto ferrato in materia, ma sono ne sono molto affascinato pur essendo un elettrotecnico...anche io qualche tempo fa ho fatto una stima, meramente personale, come la sua basandomi su gli ultimi 10 anni e facendo qualche ricerca e documentandomi ho scoperto l'esistenza del vulcano Marsili situato nel Tirreno meridionale tra Calabria e Sicilia. Visto che si tratta del più grande vulcano sottomarino d'Europa (si estende per circa 170 km), la mia domanda è la seguente: " E' possibile che il probabile terremoto distruttivo di cui parla dipenda proprio dal gentile vulcano Marsili? ".

    Saluti

    Davide

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    1. Se ci dovesse essere un terremoto di grande magnitudo derivante dal sistema del Marsilii, vorrà dire che è in procinto di eruttare, quindi il sisma sarebbe l'ultimo dei problemi.

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  18. purtroppo i dati sono dati!
    a volte si vorrebbe negare l'evidenza, ma....
    trovare un cavillo dove appigliarsi e poter dire: per i prossimi 200 anni niente terremoti, ma....
    Se può fare anche un grafico con la FFT di quei dati (primo grafico) ;)

    la prevenzione è l'unica cura d'altra arte, in quanto a causare i guai non è tanto il terremoto in se
    bensì l'edificio.
    Giorgio

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  19. Salve Dott.Mucciarelli,

    post molto interessante, per passare ai fatti come posso capire a che livello di sicurezza si trova la mia casa e che possibili interventi si possono fare per renderla più sicura? esistono ditte specializzate per fare questo? Visto che dall'anno scorso la mia zona è interessata da uno sciame sismico ( prealpi venete a nord di Verona , ultima scossa l'altro ieri ). la paura si sta facendo strada.

    Alberto

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    1. Mi permetto di rispondere ad Alberto Calchera essendo geometra libero professionista.
      Il livello di sicurezza della propria casa la si può capire affidandosi alle consulenze di tecnici preparati e coscienziosi, che non guardino sempre e solo alla vile fattura ma alla sicurezza (così come dovrebbe essere per la salubrità e molti altri aspetti delle abitazioni) degli edifici e soprattutto delle persone che vi abitano.
      Un buon tecnico si deve sempre avvalere nello specifico della consulenza di uno strutturista, un tecnico che può capire le dinamiche dell'edificio e del suo comportamento in caso di sisma.
      Una buona progettazione poi deve essere seguita da una buona realizzazione e dalla scelta coscienziosa dei materiali così come indicata dai progettisti.
      Molte volte ahinoi le due cose sono slegate (parlo con cognizione di causa) e si demanda all'impresa la scelta di molte cose senza un serio controllo del tecnico incaricato alla direzione dei lavori.
      Mi permetto anche di sottolineare un altro aspetto importante a mio avviso. Le normative e la tecnica delle costruzioni non è fatta per mantenere le case intatte in caso di sisma, ma per salvaguardare prima di tutto la sopravvivenza dei suoi abitanti.
      Tradotto in parole povere l'importante è che la casa resista al sisma, non crolli sui suoi abitanti. Questo non vuol dire necessariamente che non subirà danni l'edificio stesso.
      Spero nel mio piccolo di essere stato d'aiuto!

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Beh, ti ringrazio anche io perchè sei stato utile anche a me :) .
      Anche un geologo dovrebbe intervenire per lo studio del sito, giusto? I lavori andrebbero poi adeguati "su misura" ai rischi legati a questo? E' sempre lo strutturista che dovrebbe occuparsene, che cioè dovrebbe tener conto, nel suo progetto, dei rilievi del geologo?
      Grazie!

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    4. Solitamente il geologo interviene in particolari situazioni, in quanto già i comuni hanno una carta geologica che indica le tipologie del terreno.
      Per la realizzazione di nuove edificazioni è comunque necessaria la perizia geologica.
      Se si tratta di ristrutturazioni solitamente no, ma dipende da alcuni fattori (tipologia di intervento e dimensioni principalmente).
      Solitamente rientrare nelle nuove normative sismiche risulta per strutture datate molto difficile a meno di interventi particolarmente onerosi, quindi solitamente nei lavori di ristrutturazione si tende ad effettuare un miglioramento sismico dell'edificio (ma anche qui si aprono diverse casistiche).
      Lo strutturista nei suoi calcoli tiene conto dei diversi fattori di rischio nonchè dei dati derivanti dalla tavola geologica del comune o dalle relazioni ed indicazioni ottenute dal geologo.

      Solo per chiarezza lo strutturista non necessariamente opera da solo. Per capirsi non dovete andare per forza da un'ingegnere. Potete contattare anche i geometri e gli architetti. Siate però chiari con loro su cosa desiderate e sull'attenzione che devono avere in merito alla staticità dell'edificio. Competenze differenti offrono un miglior risultato. Personalmente diffido un po (almeno all'inizio) dei tecnici factotum, anche se ce ne sono.
      Per essere più chiaro spiego come intervengo io.
      Io mi occupo della parte progettuale (distribuzione ed estetica dell'edificio) magari con l'aiuto di architetti e collaborando con i vari colleghi per i vari settori: ingegnere strutturista per le strutture, termotecnico per gli isolamenti e così via... Poi le cose variano di volta in volta in base al tipo di intervento ovviamente.
      Non prendete le risposte in modo rigido.

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    5. Sei stato chiarissimo, grazie. Nemmeno io, come Alberto qui sopra, sapevo come ci si muove al meglio.

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    6. Mi fa piacere essere stato d'aiuto visto che ho trattato temi che sono il mio pane quotidiano. Progettazione e consulenze (tra cui verifiche strutturali e miglioramento sismico degli edifici sottolineo in collaborazione con ingegneri stutturisti), sicurezza, pianificazione e formazione di protezione civile...
      Se poi invece volete sapere cosa combino anche a livello amatoriale e sperimentale visitate pure il mio blog :) lo trovate guardando il profilo... Scoprirete anche la mia passione per i terremoti!

      A presto

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  20. Salve,
    innanzitutto voglio mettere subito in chiaro che ho capito perfettamente il senso del suo post che, lungi dall'indurre al panico e all'allarmismo, risulta essere perfettamente comprensibile a chi vuole comprenderne il senso e soprattutto il fine. Alla luce di tutto ciò, voglio esprimerle tutta la mia solidarietà visti i continui attacchi che ha subito da giornalisti allo sbaraglio, che hanno manipolato le sue parole, e da incompetenti vari che, dall'"alto" della loro ignoranza, si sono prodigati a contestare le sue teorie fondando sul nulla le loro supposizioni. Detto ciò, premesso che le scrivo dalla provincia di Cosenza, precisamente dall'alto tirreno cosentino, vorrei porle alcune domande. Come la vede la Calabria in relazione al suo post? Se non erro lei, parlando di terremoti distruttivi, mi pare che si riferisse, ad esempio, a quelli avvenuti nella Calabria centrale e meridionale, poiché mi pare che nella mia provincia si sono verificati sì forti terremoti; ma appunto forti, non distruttivi (mi pare che non sia mai avvenuto qui in zona un sisma, ad esempio, di magnitudo 7). Penso infatti al devastante sisma del 1638, con epicentro fra Conflenti e Nicastro (CZ) nel golfo di Sant'Eufemia, ai sismi avvenuti nel 1783 nella piana di Gioia Tauro, nonché, ovviamente, al terremoto di Messina del 1908. Ecco, secondo lei quali zone della Calabria rischiano di più alla luce dei suoi studi probabilistici? Quelle della Calabria centrale o meridionale? O, se le mie supposizioni sono errate, della Calabria settentrionale?

    Cordiali saluti.

    Andrea Pantanella

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    Risposte
    1. La Calabria purtroppo soffre di un grave deficit di informazioni storiche prima del 1600, causa la distruzione di archivi locali per terremoti seguenti, e centrali per la perdita dell'archivio di Napoli durante l'occuoazione tedesca del 1943.
      Sappiamo che ci sono stati terremoti precedenti: in Calabria si trova il maggior numero di faglie note da dati paleosismologici senza controparte storica, tra le altre la Faglia di Castrovillari e la Faglia di Laghi della Sila.

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  21. l'analisi che lei fa è pertinente, ma per alcuni aspetti sembra quasi un paradosso statistico.
    Se analizziamo un problema geologico non possiamo prendere in considerazione una sola (o poche) variabili, fare un calcolo statistico e vedere quello che viene fuori.
    Incorriamo in errori a volte grossolani.
    Non è accettabile un calcolo di questo tipo fatto solo ed esclusivamente con il tempo di ritorno ... applicato poi a tutta Italia! Sarebbe già al "limite" farlo su una sola sismogenetica, figuriamoci a scala nazionale.

    questo post è un giochino divertente, lo dico in senso positivo, ma è spassoso per chi ha la competenza di saperlo leggere. Nel caso contrario diverta solo "notizia" allarmante che magari ci porta in televisione e ci fa conoscere, ma non è affatto d'aiuto al processo scientifico.

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    1. Visto che ne vuole parlare in termini tecnici, questo mio articolo spiega perche invece proprio NON si può fare un calcolo statistico serio su una singola faglia in Italia: http://www.nat-hazards-earth-syst-sci.net/7/399/2007/nhess-7-399-2007.html

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    2. in effetti su questo punto mi trova perfettamente d'accordo ... il problema sta nel fatto che è molto complicato fare modelli statitici, numerici e analogici di determinati fenomeni naturali perché le variabili in gioco sono molteplici quindi l'errore rimane sempre troppo alto. Quindi il modello che viene fuori presenterà numerosi vuoti che inficiano la bontà del modello stesso.

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  22. Ma il primo terremoto dell'Irpinia non è del 1910 (invece che del 1930)? Se così fosse, tra Irpinia e Belice sono passati 58 anni, non 38.

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  23. questa ostilità nei confronti dei geologi è inquietante e dà veramente fastidio, si lamentano se dici che un terremoto disastroso ci sarà tout court ma quando arriva sai che lacrimoni e gritos de dolores.. sempre così, in italia.

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  24. Quello che non capisco è dove sia la novità rispetto alla Carta della Pericolosità Sismica. Perché messa come sta nel post sembra che ci sia una scoperta, o almeno una maggiore attendibilità o una previsione più precisa, che a mio avviso non ci sono.

    Una scoperta, e soprattutto una novità, sarebbe vedere i Sindaci (primi responsabili di Protezione Civile e responsabili del rispetto delle leggi sull'edilizia sismica) di varie regioni dare seguito alle informazioni contenute nella Carta della Pericolosità (con adattamenti locali necessari in base ai terreni specifici) che e' ... udite udite ... Legge dello Stato.
    Si ma quale stato? Quali amministratori?

    Raffaele
    Sismologo dell'INGV

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  25. Il problema non è fare scoperte, e in ogni caso magari una scoperta la pubblicherei su di una rivista scinetifica e non sul mio blog.
    Il problema è diffondere un livello minimo di conoscenza alla popolazione interessata. Questo tipo di semplificazioni le abbiamo lungamente discusse con i colleghi INGV che patecipano a Terremoto Io non Rischio. I sindaci mettono nella loro agenda politica quello che i loro votanti chiedono, quindi vanno educati prima i cittadini (elettori).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quello che voglio dire è che quando si parla Prevenzione sulla base di uno strumento a portata di tutti da anni (la Carta) vedo molta gente scrollare le spalle annoiata (l'ultima volta in un incontro al Cinema Paradiso a Roma presente Sabina Guzzanti e l'ex Responsabile del Servizio Sismico) mentre più facilmente si emozionano per post come questo che, poiché apparentemente diversi da quello strumento, sembrano una novità e danno la sensazione di qualcosa di cui prima nessuno si era accorto.
      E' un continuo ricominciare da zero.
      Questo è, secondo me ovviamente, dal punto di vista mediatico un alibi in più per i veri responsabili della distruzione del territorio e delle morti: gli amministratori politici che, pur avendo nel cassetto non solo la Carta di cui sopra ma spesso studi anche più approfonditi sulla vulnerabilità dei loro edifici uno per uno ... non fanno nulla.

      Al cittadino io ricorderei invece che il suo Sindaco e il suo Presidente di Regione hanno già quegli strumenti che gli dicono che entro i prossimi X anni il loro territorio ha una bassa, media o alta probabilità di subire scuotimenti che faranno restare la gente sotto le macerie delle proprie case. E che in quel preciso momento non li stanno usando.

      Infine: io penso per esempio che la Calabria sia un luogo molto pericoloso non tanto per quel che dici tu alla fine, la probabilità maggiore a Sud, quanto per la sua estrema e diffusa fragilità edilizia e per la totale incapacità/volontà degli amministratori locali di metterci una pezza.
      Perché l'evoluzione geodinamica di questo Paese potrebbe tranquillamente decidere che il prossimo posto, fra quelli a più alta probabilità di occorrenza, a dare un forte terremoto sia al Centro o al Nord e non al Sud e che poco dopo, invece che dopo una pausa, tocchi al Sud. O l'inverso. Senza ritardi ... con anticipi magari.
      Perché le faglie sono molte e sulla maggior parte non abbiamo sufficienti informazioni (i laboratori naturali servono proprio a questo ... ma ne servirebbero decine e i soldi/persone non ci sono).
      E' possibile.
      Quello che però è certo è che se invece avvenisse in alcune zone del centro o del sud, a causa delle questioni di cui sopra, sarebbe un disastro.

      Per sapere questo bastano la Carta della Pericolosità e la mappa della vulnerabilità e ovviamente un loro continuo aggiornamento con i contributi di tutti.

      Comunque il tuo post se non altro ci ha dato la possibilità di dibattere e per questo ti ringrazio.

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  26. Raffaele per come la vedo io il prof. Mucciarelli parla come cittadino cosciente e informato...cioè ciò che è espone, in molti post provocatori come questo, è il frutto di indignazione di un comune cittadino cosciente e informato...
    Inoltre si impegna nella divulgazione per far capire ad altri cittadini come stanno le cose e quindi cosa si dovrebbe fare e non si fa o si fa poco...in una nazione come la nostra dove i ritardi accumulati in materia di prevenzione sono tantissimi.
    Io in base alla mia esperienza ritengo che il problema della prevenzione sismica vada affrontata secondo priorità che in molti casi sono propedeuticità in quanto si rischia di eseguire delle cose utili per la conoscenza ma privi di efficacia se prima non si realizzano altre cose.
    E' giusto creare una coscienza in ognuno di noi del rischio ma non è sufficiente se non vengono eseguiti i controlli. I controlli non possono essere eseguiti che dalla Pubblica Amministrazione. Quindi se non vengono strutturati Uffici preposti a questo, ci sarà sempre, a prescindere dalla coscienza, chi riterrà vantaggioso rischiare (in fin dei conti i terremoti distruttivi nelle stesse zone hanno tempi di ricorrenza lunghi e poi non sempre le indagini vengono fatte per ogni singolo edificio) al fine di ottenere profitti a discapito della sicurezza...il gioco dei profitti vale la candela dei rischi di un eventuale processo per crollo.
    Una bella normativa sismica, una buona microzonazione sismica viene vanificata se non vengono eseguiti i controlli.
    Vedasi situazione abruzzese dove non può essere applicata la normativa sismica per mancanza di personale:
    http://www.abruzzoweb.it/contenuti/province-chiedono-proroga-legge-regionale-per-rischio-sismico/40917-4/
    Quindi per prima cosa il cittadino dovrebbe pretendere dal suo Sindaco o dal suo Presidente di Regione o di Provincia che gli Uffici preposti al controllo delle pratiche sismiche siano dotati di personale per i controlli e non che si fermino perché addirittura manca chi protocolla la pratica.
    Che vengano controllati tutti i progetti e che i controlli avvengano anche durante la costruzione e che lo stesso ufficio esegua i controlli anche sull'esistente.
    E poi dovrebbe pretendere che siano dotati di personale qualificato.
    Dovrebbe invece condannare quei Presidenti di Provincia...di Regione o Sindaci che per evitare l'entrata in vigore di tali norme minacciano la possibilità del fermo dell'edilizia invece di puntare proprio sulla sicurezza.
    http://www.provincia.chieti.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2188.
    O quegli Ordini Professionali che invece di pretendere maggiore sicurezza si preoccupano dei modesti costi (per una impresa ca. 0,1% sul costo dell'opera) che si avrebbero in caso maggiori controlli....non capendo che proprio tali controlli li svincolerebbero dalla dipendenza economica dei loro datori di lavoro (imprese) per eseguire un buon progetto e pretendere una adeguata parcella..infatti scrivono anche a nome e difesa delle imprese.
    http://www.ingegneriteramo.it/sites/default/files/Nota%20Ingegneri%20prot%20n.%202571.pdf

    Si può creare una coscienza del rischio ai cittadini, comunque impresa molto difficile poiché dipende dal contesto culturale nel quale si vive, ma dove di mezzo non c'è solo la buona fede legata all'ignoranza ma anche gli interessi legati ai profitti del costruire non si può prescindere, come in ogni nazione civile, da un sistema di controllo.

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  27. I terremoti sono scariche di energia (detto in soldoni). A questo proposito, se Lei prevede un terremoto catastrofico imminente, ritengo che abbia anche analizzato nel corso degli ultimi anni gli eventi sismici "minori" che hanno in un certo senso "disperso" energia e fatto sì che questa non si accumulasse. Da quello che scrive mi pare che sia ampiamente documentato e, se prevede un terremoto distruttivo, evidentemente l'attività sismica degli ultimi anni non dev'esser stata troppo diversa da quella dei decenni precedenti. E' così?

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  28. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  29. Prof. Mucciarelli, io vivo a Potenza come lei e dopo il sisma del 1980,il capoluogo è stato classificato nella fascia con sismicità elevata-catastrofica(1 categoria).Questo vuol dire che l'atteso terremoto con ML> 6.3 potrebbe verificarsi anche a Potenza?O in Basilicata? Eppure dai cataloghi storici,escluso il terremoto del 1857 che ha avuto ML=7,non risultano altri eventi di tale portata. La Basilicata ha finora solo risentito di terremoti con epicentri in Campania. E' forse dovuto a omissioni e lacune sulle notizie dei terremoti in Lucania? Poi guardando la mappa di pericolosità sismica in Italia (http://mi.ingv.it/documenti/mappa_opcm3519.pdf ),la fascia di maggiore PGA (0.250-0275) si assottiglia notevolmente proprio nell'Appennino lucano mentre dall'Abruzzo all'Irpinia e in Calabria copre molti più comuni.A guardare la mappa Potenza avrebbe la stessa pericolosità sismica di Ancona o Perugia(PGA 0.200-0.225),o sbaglio? Grazie per l'attenzione.

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  30. Se mi permettete: i terremoti sono una delle tante manifestazioni, tangibili per noi, di un imponente "sistema dinamico altamente complicato" (e non semplicemente complesso); le tecniche statistiche (le regressioni ecc.), sopra impiegate per la previsione, fondano la loro validità sull'assunto che le condizioni di svolgimento del fenomeno siano sempre le stesse (o varino in modo non significativo rispetto ad un parametro fondamentale); a tal proposito spesso, nel parlato quotidiano, si utilizzano espressioni del tipo parità di ipotesi, a bocce ferme ecc.; nell'ambito dei fenomeni cui i terremoti appartengono, l'approccio sopra utilizzato non è valido in quanto ogni terremoto cambia l'assetto sistemico quanto basta a cambiare lo sviluppo stocastico (la complessità delle interazioni genera almeno sufficiente componente caotica).
    Ogni terremoto, pertanto, nella maggior parte dei casi, determina una notevole variazione di alcuni dei parametri fondamentali (almeno a livello di sottosistema) impiegati in fase di predizione; quindi, le medie di riferimento che sono state utilizzate (con riferimento ai grafici di cui sopra) in fase di predizione non sono in realtà sufficientemente informative (potenti). L'approccio predittivo non è in generale valido (l'approccio può essere vincente però per puro caso); "quello che man mano accade, cambia l'asseto del sistema sotto pressione che, domani, dovrà rispondere a chissà quale altra sollecitazione".

    Vincent The Magician

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  31. Adottando solo il modello di Poisson ed ipotizzando (caso irrealistico) un impatto nullo di altre variabili di interesse la vedo così:
    Dato che il parametro della v.c. di Poisson (media e dispersione) è rimasto invariato dal 2000 al 2015 (basta fare 915/59 anziché 900/59) allora la probabilità che NON vi siano eventi è del 94% circa fino al 2016, del 72% fino al 2020 e del 52% 2025 (http://uploadpie.com/dBkoG). Dunque, la probabilità è rimasta (quasi) la stessa nonostante i 15 anni passati dal 2000 ad oggi...rassicurante? Non credo!
    Io, piuttosto, lavorerei su un modello più complesso (tipo regressione logistica) usando un set consistente di variabili esplicative in modo da ottenere dei risultati quantomeno più rappresentativi.
    Saluti

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